Vanessa Roggeri, “Il cuore selvatico del ginepro”, 2013 Garzanti
Molto triste, ma anche molto reale questo romanzo di Vanessa Roggeri che racconta un’antica storia di donne, dove riti e credenze millenarie, paure e superstizioni condizionano la vita della protagonista Iannetta Zara e cercano di distruggerla. La colpa della bambina è di essere nata settima figlia di sette figlie, e per questo è maledetta, marchiata indelebilmente come coga, strega.
“… a lei e alle sue sorelle era stato fatto ferreo divieto di avvicinarsi all’ultima nata … In realtà anche Jannetta sembrava comprendere che oltre un certo limite non era consentito a ndare e perciò studiava le sorelline di nascosto, specie quando stavano con mamma Assunta per imparare a leggere e scrivere”.
Nella Sardegna della fine dell’Ottocento le cogas era destinate ad essere uccise la notte stessa della nascita e così ha deciso la famiglia, ma la primogenita di dieci anni, Lucia, istintivamente salva quella neonata che sente come sorella e la riporta a casa, decidendone così il destino. Sopravvissuta alla prima notte non può più essere uccisa, ma comincia qui la sua vita di emarginata, odiata e temuta in tutto il villaggio di Baghintos per sue presunte capacità di portare disgrazie e malaugurio
“…Pareva invecchiata di colpo Jannetta, scivolata in un limbo che ne confondeva gli anni. Abiti logori e piedi nudi, prese a muoversi lentamente … Lucia si sforzò di sorriderle e il contrasto tra la sua bellezza e la bruttezza della sorella si rivelò davvero cosa assurda e rara. Quale scherzo bizzarro aveva giocato la natura nel loro caso!” .
…perché J
annetta oltre che maledetta dalla sua nascita era “brutta e cattiva”, brutta e quindi cattiva…quindi una strega…..
A lei vengono imputate le sciagure, le malattie e le morti in famiglia, i rovesci di fortuna: Jannetta cresce senza cure né affetto, come una selvaggia, perseguitata dalla stessa madre e dalle sorelle. Solo Lucia cerca di proteggerla e alla fine la salverà.
Le superstizioni non sono purtroppo solo retaggio di antiche leggende. Ancora oggi nei nostri paesi cosiddetti avanzati sopravvivono ancora alcune forme di credenze devianti che funzionano come sistema di controllo della società sugli individui e che catalizzano le paure collettive su qualcuno che è altro da sé, o comunque “diverso”. Ancora un modo per descrivere le millenarie violenze perpetrate sulle donne: come spesso purtroppo non sono perpetrate solo dagli uomini, ma dalle stesse donne che sono doppiamente vittime di inganno e credenze millenarie.
(Tiziana Vigano)
Il cuore selvatico del Ginepro – Vanessa Roggeri
Il ginepro è una pianta tenace resiste anche alla furia delle fiamme.
Ogni giorno lotto contro il mio destino.
Ogni giorno mi ricordano la mia colpa.
Sono solo una bambina, e ho bisogno di te.
È il 31 ottobre 1880, la notte è buia e tempestosa, la famiglia Zara è in apprensione perché Augusta è in travaglio, sta per nascere il bambino. Colui o colei che verrà alla luce sarà il settimo figlio e nascerà settimino la notte dei morti. Tutti a Baghintos avrebbero preferito che questa nascita non avvenisse mai, ma ormai non c’era molto da fare se non prendere le precauzioni del caso: le vicine di casa al capezzale della donna pregano dalla mattina, le porte sono state chiuse, due treppiede capovolti sotto il letto, l’immagine di san Sisinnio appesa in camera, acqua benedetta a purificare la donna. Le invocazioni per chiedere al Santo di far nascere un maschietto.
E invece, il destino pare tramare contro l’abbiente famiglia baghintese: si tratta di una femmina e mostra tutti i segni del marchio diabolico.
«Ci ha i segni, tziu Efisio.»
«Sicura?»
Tzia Mercede assentì solenne. «Nata settimina la notte delle anime? Nata con la coda e tutti i denti? Pazzo siete? Certo che è una Coga! È destino.»
(Secondo le leggende popolari sarde (ma equivalenti del termine sono riscontrabili in numerose parti d’Italia) le Cogassono streghe, dedite alle arti magiche e malefiche, dotate di poteri soprannaturali, che si nutrono di sangue umano soprattutto di neonati non ancora battezzati.)
Il cuore selvatico di ginepro, è uno splendido estratto di tradizioni e cultura sarda, narra di un mondo al limite del fantastico, popolato da figure sinistre e riti magici.
Non si tratta solo di una semplice testimonianza di credenze e racconti antichi: Vanessa Roggeri, utilizza una trama che mette sul banco degli imputati ignoranza e superstizione, evidenziando come il perpetuarsi di odio cieco e accanimento finiscano per produrre mostri sofferenti che accettano il destino assegnato loro da altri.
La sequenza temporale segue le vicende della famiglia Zara per ben tre generazione, e il lettore viene catturato e trasportato nel mondo di Ianetta, costringendolo a mettere in dubbio convinzioni e certezze e spingendolo a concedere il proprio favore prima a uno e poi all’altro.
La descrizione è ben incentrata sui personaggi, forti di studio psicologico, dei quali esprime sguardi, atteggiamenti ed espressioni, rilevandone stati d’animo, dubbi e incertezze. Un romanzo che ha più protagonisti: le due sorelle (Ianetta e Lucia); la Sardegna con il suo fascino e la sua cultura folkloristica; la forza delle passioni; la lotta tra superstizione e scienza; il ruolo della donna nella società matriarcale.
Ci sono donne con una spiccata personalità più o meno contrapposte: Ianetta che lotta per la sopravvivenza, Assunta che incarna tradizione e superstizione, Cicita serva-massaia che fa ciò che va fatto, Pinnella l’invidiosa, le sorelle sottomesse ai fatti, Lucia la donna dei buoni sentimenti ma anche (come suggerisce lo stesso nome) della ragione che trova conforto nella scienza (Giuseppe) e illumina, la coga (demoniaca) e la bruja (sciamana).
“La demonietta aveva un talento speciale nell’aggrapparsi alla vita con le unghie e, con la forza di ginepro che si ritrovava in quelle braccine ossute, c’era da scommetterci che li avrebbe menati per il naso tutti quanti.”
Info: https://alfemminilenew.wordpress.com/2018/09/12/cogas/
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