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Gruppo di lettura "le parole"

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Archivi della categoria: Incontro con l’autore

venerdì 28 ottobre a Monte Porzio

26 mercoledì Ott 2022

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REGINA BLUES

Attraverso la voce narrante di Syd, arbitro designato per la finale del torneo delle scuole, la storia racconta la singola domenica mattina, mai più ripetibile da quel giorno, di un gruppo di liceali, i Santi del liceo Classico e gli Eroi del liceo Scientifico, che vivono a Regina la loro città, dei loro sogni, delle loro attività, delle loro angosce, delle loro speranze. Racconta una partita di calcio memorabile che viene giocata nel pomeriggio della stessa domenica e che sarà bruscamente interrotta da un evento terribile che sconvolgerà la loro esistenza. A quasi trent’anni di distanza, Syd ci racconta infine il suo destino e quello dei suoi compagni, di alcuni che ce l’hanno fatta ed altri no.

LA LIBERTA’ macchia il cappotto

“𝓗𝓸 𝓿𝓮𝓷𝓽’𝓪𝓷𝓷𝓲, 𝓸𝓻𝓶𝓪𝓲. 𝓝𝓮𝓵 𝓹𝓻𝓲𝓶𝓸 𝓿𝓮𝓷𝓽𝓮𝓷𝓷𝓲𝓸 𝓿𝓲𝓼𝓼𝓾𝓽𝓸 𝓹𝓮𝓻𝓲𝓬𝓸𝓵𝓸𝓼𝓪𝓶𝓮𝓷𝓽𝓮 𝓱𝓸 𝓼𝓹𝓮𝓻𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓪𝓽𝓸 𝓼𝓾𝓵𝓵𝓪 𝓶𝓲𝓪 𝓹𝓮𝓵𝓵𝓮 𝓬𝓱𝓮 𝓮̀ 𝓲𝓶𝓹𝓸𝓼𝓼𝓲𝓫𝓲𝓵𝓮 𝓬𝓪𝓹𝓲𝓻𝓮 𝓵𝓪 𝓿𝓲𝓽𝓪, 𝓪𝓷𝓬𝓱𝓮 𝓼𝓮 𝓶𝓲 𝓼𝓸𝓷𝓸 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓲𝓶𝓹𝓮𝓰𝓷𝓪𝓽𝓸 𝓶𝓸𝓵𝓽𝓸 𝓹𝓮𝓻 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓻𝓮𝓷𝓭𝓮𝓻𝓵𝓪 𝓪𝓵 𝓶𝓮𝓰𝓵𝓲𝓸. (…) 𝓥𝓸𝓻𝓻𝓮𝓲 𝓬𝓪𝓹𝓲𝓻𝓮 𝓾𝓷 𝓶𝓲𝓵𝓲𝓪𝓻𝓭𝓸 𝓭𝓲 𝓹𝓮𝓻𝓬𝓱𝓮́. 𝓘𝓵 𝓹𝓮𝓻𝓬𝓱𝓮́ 𝓹𝓻𝓲𝓷𝓬𝓲𝓹𝓪𝓵𝓮 𝓮̀ 𝓵𝓪 𝓭𝓸𝓶𝓪𝓷𝓭𝓪 𝓹𝓲𝓾̀ 𝓼𝓬𝓸𝓶𝓸𝓭𝓪 𝓬𝓱𝓮 𝓶𝓲 𝓹𝓸𝓷𝓰𝓸 𝓭𝓪 𝓽𝓮𝓶𝓹𝓸 𝓮 𝓱𝓪 𝓪 𝓬𝓱𝓮 𝓯𝓪𝓻𝓮 𝓬𝓸𝓷 𝓵𝓪 𝓼𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓻𝓼𝓪 𝓹𝓻𝓮𝓶𝓪𝓽𝓾𝓻𝓪 𝓭𝓲 𝓶𝓲𝓪 𝓶𝓪𝓭𝓻𝓮”.

“La libertà macchia il cappotto”, il romanzo di Antonello Loreto, è la storia di Quentin (Q, come ama essere chiamato), ma soprattutto della sua difficile adolescenza, difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta che si chiama, appunto ADOLESCENZA, segnata in modo particolare dalla prematura scomparsa dei genitori.

Incontro con Mauro Riccioni

10 sabato Set 2022

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9 settembre – Mauro Riccioni

27 sabato Ago 2022

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Un dialogo tra due bambini da sopra a sotto il mare: Leonardo in una nave da crociera e Akanke dal fondo del Mediterraneo.

Questo lo scenario in cui si svolge la storia raccontata da Mauro Riccioni, nel suo primo romanzo da oggi disponibile online e nelle principali librerie delle Marche: “Lettera di una bambina in fondo al mare”.

Akanke è un’africana: ha conosciuto la miseria, sopportato lo sfruttamento, sfidato il deserto e affrontato la traversata del Mare Nostrum a bordo di una carretta del mare. Lì ha trovato la morte.

Narra questa storia a Leonardo, giovane occidentale in vacanza, per spingerlo a pensare e, magari, a raccontare al mondo una silenziosa tragedia che ogni giorno si ripete a poche miglia marittime dalla nostra quotidianità.

E Leonardo saprà rispondere ad Akanke.

Immagini presentazione “Recara’ dann?” 12 agosto 2022 Castelvecchio

13 sabato Ago 2022

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Foto: Giuliana e Laura

Incontro con l’Autore 21 maggio 2017

14 domenica Mag 2017

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L’ultimo assedio di Roberto Bernacchia (Europa Edizioni, 2015)

Trascrizione di una parte dell’introduzione di Roberto Bernacchia, dove vengono illustrate le basi storiche sulle quali si muovono i personaggi e alle quali si ispira la trama del romanzo.

Avete mai provato ad immaginare di andare indietro nel tempo per cercare di cambiare il corso degli eventi? Io l’ho fatto fin da piccolo e forse qualcuno dirà che si tratta di un esercizio un po’ infantile; questo vizio comunque mi è rimasto.

Sappiamo d’altra parte che tornare indietro è impossibile. Così sono andato avanti, cercando di immaginare un mondo sconvolto da una catastrofe di dimensioni planetarie. Qualcuno potrebbe pensare che sono stato troppo drastico, apocalittico: ‘apocalittico’ non è proprio esatto, poiché mi sono tenuto al criterio della verosimiglianza. Quello che immagino è qualcosa che potrebbe accadere (senza voler spaventare). Forse in qualche parte del mondo è già accaduto o sta accadendo qualcosa di analogo. Se pensiamo a certi scenari di guerra, di sconvolgimenti, come la Siria, l’Afghanistan, la Somalia ecc. , ci accorgiamo che non si tratta solo di materia romanzesca; se poi poteste interrogare qualcuno scampato all’assedio di Aleppo e gli raccontaste, in sintesi, la vicenda contenuta in questo libro, questo signore potrebbe pensare che quello che ho scritto nel libro è un po’ all’acqua di rose rispetto alla realtà che lui ha vissuto sulla sua pelle.

Ho cominciato a scrivere questo libro nel 2007, cioè nel momento in cui scoppiava la crisi finanziaria che poi l’anno successivo avrebbe dato il via alla crisi economica mondiale.

È da un pezzo che sto pensando che questo sistema economico, sociale, politico, imperniato sul cosiddetto primato dell’Occidente, non potrà essere eterno. Dunque, sono giunto alla conclusione che la nostra civiltà non può durare in eterno. Pensare il contrario non sarebbe scientifico: anche questa civiltà purtroppo (anzi no, è giusto così) avrà termine.

Ho cercato di raccontare come una piccola città periferica del mondo reagisce alle mutate condizioni imposte da questa catastrofe mondiale. Questa reagisce cercando di approntare nuove forme di organizzazione sociale, nuove ma in realtà si tratta di vecchie forme: per esempio si ridà slancio al settore primario dell’economia, l’agricoltura, la coltivazione dei campi e, soprattutto, alla pianificazione dello sfruttamento del suolo. Si ripristina la proprietà collettiva della terra. Questa istituzione ha una lunga storia: anche nelle fasi protostoriche dell’Italia preromana esistevano delle comunità che possedevano delle terre comuni, soprattutto delle foreste, dei pascoli. Questo regime collettivo resiste anche alla romanizzazione e poi riemerge nel Medioevo grazie all’apporto delle popolazioni barbariche. La sua storia è più lunga di quella della proprietà privata.

Un altro settore che viene ripristinato è quello dell’artigianato manifatturiero, preindustriale. Come la produzione agricola, la comunità doveva produrre tutto quanto era necessario per potersi mantenere, perché da fuori non veniva più niente. In una situazione del genere si recupera tutta una tradizione, la conoscenza del “saper fare”, saper produrre un arnese, uno strumento della vita quotidiana. In tale contesto la moneta non ha più ragione di esistere, perché ognuno lavora per sé e per gli altri, per cui gli scambi avvengono senza bisogno dell’intermediazione della moneta; alla fin fine c’è un ritorno all’economia naturale.

Qualcuno potrebbe dire che tutto ciò è bello, idilliaco. La gente riscopre il valore della comunità, della solidarietà, della coesione sociale; l’egoismo viene messo un po’ da parte. Ma, ad un certo punto, contro questa comunità si scatena un’orda selvaggia, una banda di predatori che vanno in giro a rapinare.

Anche l’economia di rapina ha una lunga storia dietro di sé: tutti i grandi imperi hanno messo in atto un’economia di rapina. Un esempio banale: anche l’impero romano rapinava le risorse delle popolazioni che riusciva a sottomettere; finché ci sono state guerre di conquista l’impero ha prosperato, quando queste sono cessate l’impero è decaduto.

E un po’ tutti gli altri imperi sono vissuti di rapina, tanto è vero che s. Agostino nel “De civitate Dei” scrive che “togliendo la giustizia, che cosa sono i regni se non grandi ladrocini e che cosa sono i ladrocini se non piccoli regni?”. Poi riporta l’episodio del pirata che viene catturato dalla flotta di Alessandro Magno e viene condotto di fronte all’imperatore che, come suprema autorità giurisdizionale, lo interroga. Ma costui ad un certo punto gli dice: “Io e te facciamo la stessa cosa, solo che tu lo fai con una grande flotta e sei chiamato imperatore, mentre io lo faccio con un piccolo naviglio e sono chiamato pirata”. Questo per dire che s. Agostino non ha voluto delegittimare lo stato, però ha anche detto che se lo stato non si basa sulla giustizia, sulle leggi, al di sopra delle quali non ci dovrebbe essere nessuno, allora diventa illegittimo.

Una possibile obiezione al mio romanzo è che io tratteggio una linea troppo netta tra il bene e il male. Forse è vero, ma mi sembrava importante fare questo in un’epoca di imperante relativismo. Credo nella verità, nel bene, e purtroppo credo pure che esiste il male. Se questa linea di demarcazione può sembrare molto netta, faccio osservare che i buoni non sono tutti uguali, nel senso che ci sono buoni che non sanno guardare la realtà così com’è e, anche se lo fanno, non hanno il coraggio di andare controcorrente. Purtroppo può capitare che la maggioranza dei buoni assecondi il male, non reagisce, ritiene che andare contro il male sia un compito che non gli compete o che sia una impresa troppo grande per loro, per degli uomini comuni.

Altri punti interessanti

Una cosa curiosa, si fa per dire, è che quella del 1517 fu guerra tra italiani, anche se fu combattuta con un supporto sostanziale di mercenari stranieri. Poteva capitare che una persona combattesse contro un amico, addirittura contro un parente. A proposito di questo possiamo descrivere una situazione realmente accaduta nell’assedio e nel sacco di Mondolfo di 500 anni fa.

Un tedesco esce fuori dalla rocca portando il piccolo Filippo Giraldi (aveva 8 anni all’epoca dell’assedio, diventò poi un cronista di questo ed altri eventi) sulle spalle a “mo’ di capretta”, incontra il capitano italiano Orsino Orsini, che era un amico di famiglia dei Giraldi, il quale riconosce il bambino e gli fa delle carezze e dice al tedesco: “Lascia questo putto che è uno dei nostri”, quello gli risponde un po’ in tedesco e un po’ in italiano che non intendeva lasciarlo cercando di proseguire il suo cammino. Il capitano gli ripete l’ordine e il tedesco mette mano alla spada, allora un soldato dell’Orsini gli trapassa il petto con l’alabarda e butta il cadavere nel fossato della rocca e libera il bambino.

In situazioni come questa i bambini venivano catturati perché era un il modo più facile per convincere i genitori a sborsare il riscatto o a rivelare dove tenevano il tesoretto di famiglia. Guarda caso, nell’esempio sopra descritto vennero catturati i rampolli di una famiglia facoltosa (oltre a Filippo, suo fratello Girolamo, catturato da un soldato spagnolo e poi riscattato dal cardinal legato, ossia dal comandante del campo), come se sapessero esattamente chi prendere (lo spionaggio durante questa guerra, e non solo, ha avuto un’importanza fondamentale).

Ad un certo punto Roberto chiede a Valeria, autrice di un bel commento sul libro: affermi che il personaggio femminile principale ricorda un po’ la Beatrice di Dante, come ti è venuta questa idea?

Valeria: Perché è una cosa romantica, una creatura molto ideale.

È la stessa idea che ho avuto io; ho cominciato a tratteggiare questo personaggio senza pensare a Dante. Ma alla fine, ripensandoci, ho capito che era venuto fuori un personaggio che più o meno aveva la stessa funzione di Beatrice, cioè di colei che guida in qualche modo il protagonista, che dà dei consigli, una persona che capisce più degli altri, forse in certi casi vede più chiaro di Ruben, anche perché è stata fuori, ha visto com’è il mondo, può confermargli una certa conoscenza, certe notizie. Comprende in anticipo quale sarà lo svolgimento successivo, gli dice; “guarda, quando comincerà a scorrere il sangue, questa unione di intenti verrà messa a dura prova”, come poi è puntualmente avvenuto.

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Incontro con l’Autore – 12 maggio 2017

03 mercoledì Mag 2017

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Incontro con l’autore – giovedì 17 dicembre 2015

11 venerdì Dic 2015

locandina-2

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Video incontro Enrico Vergoni 20/11/2015

21 sabato Nov 2015

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Resoconto/intervista Cristina Petit 7 luglio 2015

14 martedì Lug 2015

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INCONTRO CON L’AUTORE” Cristina Petit 7 Luglio 2015 (56.44)

L’incontro si è svolto presso la Sala Consiliare del Comune di Monte Porzio, coordinato dal presidente dell’Associazione Monte Porzio cultura.

Ti presenti per chi non ti conosce

Sono mezza marchigiana, amo moltissimo le Marche e soprattutto Monte Porzio. I miei genitori hanno entrambi un genitore di Pergola, quindi ho anche dei nonni di Pergola, una è ancora viva.

Passavo le estati tra Pergola e Monte Porzio, la casa di Monte Porzio era la casa estiva della famiglia di mia madre. Le estati le passavo qua con la famiglia di mia madre e a Pergola con quella di mio padre.

Tre mesi nelle Marche. Anche i miei tre figli si sono affezionati a queste zone insieme ai loro amichetti che non vorrebbero andare più via da qui.

Insegno alle elementari, di ruolo da 8 anni, sono stata alle medie, poi ancora alle elementari, alla materna, ho fatto un po’ di giri prima di entrare di ruolo. Insegno nell’area logico/matematica anche se avrei preferito italiano, faccio molte attività. Diciamo che insegno la matematica un po’ artistica.

Ho cominciato a scrivere in un blog mettendo dei pensieri, veramente quasi per scherzo nel senso  che mi appuntavo delle cose nei quaderni che poi trasferivo nel blog. Poi, con il passare del tempo, mi sono detta che questo poteva essere un modo di confronto con altri e così sono andata avanti. Per me serviva per scaricare, in parte la tensione che si accumulava durante le ore di insegnamento. Insegnavo in un quartiere problematico di Bologna, quello della “uno bianca” tanto per intenderci, quindi la scuola si po’ considerare quasi una scuola di frontiera, dove le famiglie sono molto assenti, i bambini poverini …, mi venivano delle arrabbiature perché sarebbe bastato poco affinché questi bambini fossero meno disagiati; la scuola non arriva dappertutto e allora vedevo che scrivendo queste cose riuscivo a staccarmi e ad essere più lucida, questo valeva anche per le cose belle.

Ogni giorno avevo questo compito che mi serviva da terapia e poi qualcuno mi dice: “Perché non mandi quello che hai scritto ad un editore?” L’ho mandato via email e dopo quattro ore dall’invio, ricevo la risposta nella quale mi si diceva che l’argomento era di suo interesse.

Avevo pubblicato il mio libro, anno 2011.

Non mi interessava minimamente scrivere, il mio interesse era illustrare per i bambini, quello si!

Grazie a questo libro “Maestrapiccola” mi si sono aperti dei canali, ho fatto vedere alcune cose e così sono nati tutti gli altri libri per bambini dove le illustrazioni sono la parte preponderante ,  i testi, pochi, sono di corollario alle immagini.

Il libro non è indirizzato ai bambini, è un libro sul mondo dei bambini indirizzato agli adulti

È un libro dove parlo dei bambini ma è per adulti. Lo iniziano a leggere i bambini quando hanno finito il percorso della scuola elementare, bambini che sono usciti dal mondo che viene descritto nel libro; molti lo hanno letto e qualcuno mi ha detto anche delle cose molto belle.

Sono tutti episodi veri a cui ho cambiato i nomi e delle volte anche il sesso se serviva per evitare che venissero riconosciuti perché nel frattempo io insegnavo.

Ripeto è tutta realtà, anche se alcuni episodi non sembrano molto reali, lo sono.

Ti ricordi un’ episodio particolare di quelli che hai scritto? Non so, per esempio quella della sirena

Quello mia sconvolto, era in estate perché io sono convinta che questa bimba possa aver visto veramente … . Guardando in internet scopro che da giugno a settembre di quell’anno, sulle spiagge della Sicilia sono stati ritrovate diverse donne morte; dai fatti reali nascono le storie e se Giulia con le sue amiche avesse ritrovato un corpo prima della polizia? (pag. 26).

Consigli per i genitori

Quando apro la riunione con i genitori della prima elementare dico sempre che far vedere la televisione ai bambini prima di venire a scuola è una cosa altamente dannosa perché così vengono sottoposti alla visione di un cartone animato che ha una velocità diciamo 50, arriva a scuola dove la maestra ha velocità 1, nascono così problemi di concentrazione.

Quando un bambino fa la colazione, senza televisione csi mette sicuramente di meno e si prepara, involontariamente alla giornata che lo attende.

“L’ha detto la maestra, domani non la guardi!”

Si capisce subito se un bambino ha guardato la televisione;

“tu hai guardato la televisione?”

“ma … ma solo cinque minuti”

Hai fatto anche qualche rappresentazione sui libri che hai scritto?

Si, di “Piccolo buio” ne abbiamo fatto uno spettacolo teatrale che ha girato per l’Italia. Lo abbiamo organizzato io, mio marito e i miei tre figli.

È uno spettacolo per bambini.

Come sei passata a scrivere “Qualcosa che somiglia al vero amore”, un libro per adulti dopo averne scritto ben 16 per i bambini? Ci sono anche qui i bambini, ci sono i libri per bambini, ci sono i libri per curare alcune patologie, c’è una bella storia d’amore, c’è Parigi.

Il libro è stato scritto qua quando ero in vacanza tra Marotta e Monte Porzio. Non facevo parte del circuito degli editori di romanzi quindi mi sono messa, come tanti altri autori di primo romanzo, a inviare la presentazione a diversi editori italiani.

In generale vien fatta una sinossi di almeno una pagina per descrivere il lavoro, nel mio caso ho scritto una micro-sinossi (perché non mi piace molto scrivere le sinossi) che è la stessa utilizzata da Albert, uno dei protagonisti, per presentare il suo volume all’editore (pag. 106):

Piccola favola d’amore e di libri ambientata in una Parigi senza tempo.
Romanzo quasi vero se non fosse inventato.
Tempo di lettura: 4 ore su una buona poltrona e 5 in metropolitana.

Siccome stavano uscendo una marea di libri su Parigi e questo poteva essere un limite, ho aggiunto:

Potrei essere disposta a cambiare la città o anche no!

Niente altro, è andata bene!.

Quali sono i personaggi del romanzo “QUALCOSA CHE SOMIGLIA AL VERO AMORE”

ALBERT è un giovane scrittore che si innamora di una ragazza incontrata alla fermata della metropolitana
CLÉMENTINE La ragazza allegra e spensierata che aiuta i bambini problematici con il potere terapeutico dei libri e delle parole
HECTOR Il saggio portinaio che coltiva con amore il suo giardino ma anche le amicizie
ADELAIDE VALENTINE La pianista che incanta i condomini con le sue affascinanti melodie
RÉMY Il bambino che ha inventato il rito del loro palazzo di Rue le Monde 14: il tè del mercoledì. Lo possiamo definire come il vero protagonista del romanzo
DELPHINE La sorella adolescente di Rémy che resta sempre chiusa nella propria stanza per paura del contatto con gli altri

La trama del libro? Niente da dire, bisogna leggerlo

Ringrazio Cristina per aver accettato il mio invito e i partecipanti all’incontro, speriamo di risentirla il prossimo anno per parlare del suo prossimo romanzo. Un caloroso ringraziamento a Claudia Cattalani che ha avuto la gentilezza di preparare un disegno per la locandina.

Ci vediamo per i prossini appuntamenti dopo le ferie

 

Pagina di riferimento: http://montetorziocultura/gdl

 

Inserito in GDL, Incontro con l’autore, Notizie-News | Non ci sono Commenti »

Incontro con Gianluca De Gennaro

14 venerdì Nov 2014

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Locandina Libri in testa

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